La nostra storia

Lo scrittore Franz Werfel, nell’introduzione al suo "Nel crepuscolo di un mondo" affidò proprio alla musica il difficile ruolo di collante culturale fra i popoli che abitavano l’impero absburgico nella sua ultima età dell’oro della sicurezza (Zweig).

Ogni buon kakano, abitante dell’impero, non era certo un lavoratore indefesso, amava i piaceri della tavola e le buone compagnie, ma soprattutto era un grande appassionato d’arte. Tuttavia, prediletta fra tutte le Muse fu proprio la musica, sia quella prodotta che quella ascoltata, dal modesto amatore sino al più talentuoso professionista.

Queste buone abitudini travalicarono col tempo i confini delle Alpi per raggiungere Trieste, all’epoca non solo porto imperiale, ma crocevia per i commerci floridissimo.

La predilezione per la musica proliferò quindi anche nell’odierno capoluogo giuliano, e ne danno prova le molteplici associazioni, Musikverein e circoli che si dedicavano ardentemente alla diffusione di questa meravigliosa forma d’arte.

Dopo il primo conflitto mondiale, col lento disgregarsi dell’egemonia asburgica, la passione e l’interesse per questo nobile diletto non si spense, anzi.

Nel 1932 alcuni fra i più illustri personaggi di spicco della città, fra i quali si ricordano i nomi di Kugy, Hermet, de Szombathely e molti altri, decisero di costituire una Società che fosse in grado di offrire finalmente delle stagioni concertistiche di alto livello.
Da questo comune intento, dal condiviso e profondo amore per l’universo delle sette note, nacque quindi la Società dei Concerti; essa aveva il preciso compito di assicurare una nuova linea di prestigio e di professionalità ad una concezione artistica eterogenea, e, in certi casi, dilettantesca.

Il primissimo concerto venne celebrato dal magistrale pianista Carlo Zecchi nel 1933, e, tranne che per una breve sospensione durante gli anni del secondo conflitto mondiale, i concerti continuano ininterrotti dal 1946.

Dalla sala del Ridotto del Teatro Lirico Giuseppe Verdi, alla sala di Via Giustiniano, dal Teatro Stabile del FVG ilRossetti fino al ritorno, nel 2015, al Teatro Lirico Giuseppe Verdi, il pubblico della Società dei Concerti ha potuto ascoltare le interpretazioni di artisti come CortotKarajan, Horowitz, RostropovicMaisky, Argerich, De Sabata, Gilels, Poulenc, Britten, Richter, Rubinstein, Milstein, Michelangeli, Quartetto Italiano, Trio di Trieste, Stern, e moltissimi altri grandi musicisti che non faremmo in tempo ad elencare tutti.

Con nobile orgoglio la città di Trieste si rialzò pertanto dagli orrori della seconda guerra mondiale, e portò avanti la sua missione di divulgazione della musica classica con costanza e dedizione.
I concerti della Società erano così ambiti che era quasi impossibile entrare a farvi parte: la tessera di Socio si “ereditava” da parenti o amici fidati, mentre per gli altri non rimaneva che chiedere di essere inseriti nelle liste di attesa per poterne, un giorno, acquistare una.

Lo stile della Società dei Concerti promuoveva questo senso di privilegio per chi si era dimostrato fedele all’arte dei suoni, che veniva divulgata mirabilmente da un carnet di musicisti di prim’ordine, ma non si esauriva soltanto nell’amministrazione finanziaria, o nella stesura di un cartellone.
I Soci venivano salutati personalmente dal Presidente e dal Segretario al loro ingresso in teatro, e ancora oggi vengono omaggiati da un trattamento che comprende le note di sala e le prolusioni relative ad ogni singolo concerto.
Gli stessi artisti, non ultimo il M° Mischa Maisky, ricordarono e tutt’ora ricordano con affetto il profondo rapporto umano che la nostra Società ha sempre curato sin nel minimo dettaglio.

Dopo la gestione Pontini, il secondo Segretario dalla fondazione, le redini passano all’Ing. Nello Gonzini, che per oltre trent’anni anni ha guidato la Società dei Concerti con altrettanta passione, meticolosità e lungimiranza, per diventarne nel 2014 il Presidente.

Accanto ai blasonati Grandi inoltre, vi fu spazio per la nuova generazione di musicisti: di lì a poco, per fare un esempio, i nomi di Angela Hewitt e Lang Lang non avrebbero faticato a far sentire la loro eco nel panorama musicale internazionale.
Il repertorio si ampliò abbracciando anche i capolavori del Novecento, accogliendo formazioni jazzistiche ed ensemble vocali, dispiegando una tavolozza di fruizione estetica sempre più nutrita.

Progressivamente la Società dei Concerti dovette affrontare la lenta perdita di interesse verso il genere della musica classica, che trasformò di conseguenza la società intera, e i suoi gusti in materia d’arte.

Dal 2017 al 2021 è stata guidata dall'Avv. Alberto Pasino con la volontà di guardare al futuro nella nuova direzione per portarla ad aprirsi sempre di più verso la città e con l'obiettivo di continuità oggi presieduta dall'Avv. Piero Lugnani.
Prestigiose le collaborazioni instaurate per la Direzione artistica, affidata nel 2015 al Maestro Enrico Bronzi per passare il testimone nel 2019 al Maestro Derek Han, ed in seguito alla sua improvvisa scomparsa nel 2020, al Maestro Marco Seco dal 2021

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