NOTE DI SALA
Wolfang Amadeus Mozart (Salisburgo 1756 – Vienna 1791)
Sonata per Pianoforte e Violino KV 377
I Allegro
II Tema con variazioni. Andante
III Tempo di minuetto un poco allegretto
A seguito della rottura avvenuta nel 1781 con l’arcivescovo Hieronymus von Colloredo, Mozart lasciò la sua residenza salisburghese per trasferirsi a Vienna. In quell’anno videro la luce numerose composizioni tra le quali la serenata in Mi bemolle maggiore K 375, due serie di variazioni per pianoforte ed un gruppo di sei sonate per violino e pianoforte, tra le quali figura anche la KV 377 in fa maggiore, dedicate alla sua allieva Josepha Auernhammer e pubblicate in seguito dell’editore Artaria & C. Il primo movimento Allegro presenta un carattere brillante dove il dialogo tra i due strumenti appare serrato e ben equilibrato sino all’affermativa conclusione. Il successivo Tema con variazioni. Andante, nella tonalità di re minore si contrappone al carattere espansivo del primo tempo attraverso colori più ombrosi, che persistono sino alla quinta variazione, laddove un ritorno al modo maggiore rasserena brevemente l’ascoltatore. Il movimento si conclude con un Siciliana dalla struttura essenziale, che riserva per le battute finali un notevole slancio espressivo, preludio alla sommessa conclusione. Il Tempo di minuetto un poco allegretto conclusivo sembra voler riportare il discorso musicale verso tinte meno cupe attraverso uno stile composto ed essenziale che dona un’elegante epilogo al brano.
Franz Schubert(Vienna 1797 – 1828)
Fantasia in do maggiore, op. 159 D. 934
I Andante molto
II Allegretto. Andantino
III Allegro vivace. Allegretto
IV Presto
Franz Schubert compose la sua fantasia per violino e pianoforte nel 1827 dedicandola al giovane violinista boemo Joseph Slavik. Sebbene l’opera abbia acquistato negli anni un’importanza sempre maggiore, collocandosi tra i pezzi più significativi del repertorio per violinistico, alla sua prima esecuzione nel corso di una matinée musicale viennese nel 1828, venne accolta con freddezza ed una non indifferente dose di critiche. In molti infatti non apprezzarono la libertà della forma adottata da Schubert intravedendo in tale scelta un rigetto degli schemi classici formali in favore di una scrittura episodica volta ad enfatizzare uno stile prettamente virtuosistico e povero di contenuti. Ad un’analisi più accurata del brano al contrario, appare evidente come l’opera racchiuda in se un’intensità emotiva ed una finezza compositiva tipica dei maggiori capolavori dell’autore. La Fantasia si apre con un Andante molto evocativo in cui un delicatissimo accompagnamento ad opera del pianoforte sorregge un tema sognante esposto dal violino. Una breve cadenza introduce l’Allegro successivo che presenta un carattere danzante di stampo ungherese dalla spiccata vivacità e brillantezza. La delicata conclusione di questa sezione si collega magnificamente con l’Andantino successivo dove Schubert sviluppa una serie di variazioni a partire dal materiale tematico derivante dal suo “Lied Sei mir gegrüsst”. Il ritorno, all’interno di una breve sezione, della melodia incontrata nell’Andante molto introduttivo funge da preludio ad un Allegro vivace dalla scoppiettante vitalità dove il piglio marcatamente virtuosistico evoca reminiscenze paganiniane. A tale estrosità tecnica pare contrapporsi un ritorno del discorso musicale alla solennità del tema del lied, che tuttavia si spegne molto brevemente in un pianissimo sospeso, da cui può infine librarsi il Presto finale, che conduce il brano alla sua affermativa conclusione.
Fritz Kreisler (Vienna 1875 – New York 1962)
Von Wien um die Welt” (Originali e Arrangiamenti)
Johann Sebastian Bach: Preludio in Mi
Antonin Dvorak: Fantasia Slava
Niccolò Paganini: La Campanella
Cyrill Scott: Lotus Land
Fritz Kreisler: Rhapsodic Viennese Fantasietta
Manuel De Falla: Danza Spagnola da “La vida breve”
Sebbene Fritz Kreisler venga ricordato principalmente per le sue straordinarie doti violinistiche, egli fu anche un compositore prolifico ed un operoso trascrittore per il proprio strumento. Tra la sua produzione si ricordano un quartetto d’archi, un concerto per violino, due operette, numerose cadenze per concerti di Brahms, Mozart, Beethoven e altri. Tuttavia tra i suoi brani più noti risultano una serie di piccole composizioni per il proprio strumento. L’autore infatti scrisse una nutrita quantità di queste miniature prendendo spesso in prestito brani da compositori del passato per farne delle trascrizioni, toccando generi e stili tra i più vari e disparati. Kreisler trovava l’ispirazione per questi lavori basandosi sul suo amore per la bellezza ed il violino, sostenendo che qualunque sentimento potesse essere proiettato da un animo all’altro attraverso la musica, identificata dal compositore come la forma d’espressione più libera ed immediata per le emozioni umane. Non sorprende quindi che alla brillantezza e perfezione matematica del Preludio in Mi maggiore, preso in prestito dalla terza partita per violino solo di Johann Sebastian Bach, segua una Fantasia Slavadi Dvorak, dove malinconiche e nostalgiche melodie dalla profonda intensità emotiva, lasciano improvvisamente spazio a ritmi danzanti e folkloristici, tipici delle terre dell’autore. Né appare forzato l’accostarsi all’estrosità dello stile di Niccolò Paganini, rappresentato dal movimento conclusivo del suo secondo concerto per violino noto come “La Campanella” a causa del vivace gioco di botta e risposta instaurato tra la voce del violino solista ed il tintinnio di un campanellino, la variegata tavolozza di colori dipinta dall’autore inglese Cyrill Scott nell’esotico impressionismo del suo Lotus Land. Il caleidoscopico turbinio di colori e sensazioni prosegue nella Rhapsodic Viennese Fantasietta, dove l’autore trasporta in musica tutta la malinconica dolcezza e gioiosa energia di cui è capace la sua città natia, per poi passare agli scoppiettanti e virtuosistici colori iberci della Danza Spagnoladi Manuel de Falla in grado di condurre la rassegna di brani verso la sua virtuosistica conclusione.
Jacopo Toso