GUIDA ALL'ASCOLTO CONCERTO N° 1483 | VICKTORIA MULLOVA E MISHA MULLOV-ABBADO

Teatro Verdi Trieste, Riva 3 Novembre 1, Trieste
Lunedì 28 marzo 2022, ore 20:30

Misha Mullov-Abbado (Londra 1991)
Blue Deer (2019)

Shalom Hanoch (Mishmarot 1946)
Shir Lelo Shem (1980)

Johann Sebastian Bach (Eisenach 1685 - Lipsia 1750)
dalla Sonata n.1 in si minore BWV 1014 (1720):
I.  Adagio
II. Allegro

Sergej Sergeevič Prokof'ev (Sontsovka 1891 - Mosca 1953)
dalla Sonata in Re maggiore per violino solo, op.115 (1947):
I.  Moderato

Antônio Carlos Brasileiro de Almeida Jobim (Rio de Janeiro 1927 - New York 1994)
Sabiá (1968), per contrabbasso solo

Misha Mullov-Abbado (Londra 1991)
Little Astronaut (2018)

Misha Mullov-Abbado (Londra 1991)
Shanti Bell  (2017), per contrabbasso solo

Osvaldo Lenine Macedo Pimentel (Recife 1959) / Dudu Falcão (Recife 1961)
O silêncio das estrelas (2002)                            

Laércio De Freitas (Campinas, San Paolo 1941)
Cabo Pitanga (2017)

John McLaughlin (Doncaster 1942) (arr. di Gary Husband)
Celestial Terrestrial Commuters (1973)

Robert Schumann (Zwickau 1810 - Bonn 1856)
Träumerei, n° 7 da Kinderszenen, op.15 (1838)

José Gomes de Abreu (detto Zequinha de Abreu) (Santa Rita do Passa Quatro 1880 - São Paulo 1935)
Tico-Tico no fubá (1917)

NOTE DI SALA

Con questo appuntamento – e con quello che lo seguirà fra due settimane – si costituisce un dittico il cui programma è costituito per ciascuno d’essi da brevi lavori che hanno la specifica funzione di dare una visione d’insieme ad un preciso fenomeno musicale. Se quello che seguirà ai primi di aprile è incentrato sulla figura di Bach, ed è quindi più facilmente delimitabile nel suo percorso stilistico, quello di stasera è, al contrario, più complesso da definire perché coinvolge una serie molto più vasta di varabili, tanto compositive (essendo così improntato all’eterogeneità) quanto emotive.    

Abbiamo due artisti, infatti, che – ognuno nel proprio campo professionale – hanno dimostrato di saper dare molto alla musica; ma abbiamo anche una madre che si diletta, trasformandosi in un’inventiva collaboratrice musicale, con il figlio. Tutto ciò viene felicemente espresso dal titolo del disco che hanno firmato assieme e che viene quasi totalmente presentato dal vivo questa sera: “Music we love” (Onyxclassics ONYX 4220), uscito a settembre del 2020 ed ovunque ben recensito. 

E, tanto per partire in bellezza, si comincia proprio con due composizioni originali di Misha Mullov-Abbado, Blue Deer e Brazil: la prima proviene in realtà dalla sua terza fatica discografica, “Dream Circus” (sempre del 2020), che rappresenta, musicalmente, un grande viaggio nei sogni, non solo nei sogni e nelle speranze del compositore ma anche nella “misteriosa, astratta e psichedelica natura dei veri e propri sogni”. Il termine “Circus” del titolo si riferisce alla natura giocosa ed eteroclita del gruppo musicale che aveva inciso con Misha Mullov-Abbado il disco: un gruppo riunitosi appositamente proprio per questa esperienza in “presa diretta” di viaggio viscerale nel piacere del suonare assieme. Ed è quest’ultimo, specifico elemento ad adattarsi perfettamente alla bizzarra combinazione di duo d’archi che trascrive e reinterpreta Blue Deer e che debutta su una lunga melopea del solo violino per ampliarsi poi in duo con un contrabbasso che si riscopre anche strumento a percussione. Brazil indugia con fascinosi attacchi dello strumento più grave che accompagna, su armonici, un modulo minimalista del violino.

Già da questo folgorante inizio si desume l’impronta stilistica complessiva del progetto: guardare con occhio rinnovato i materiali musicali che vanno riletti, rianalizzati e riesposti con nuova linfa vitale. È un gesto creativo che può applicarsi a qualunque testo, facendone un pre-testo per un nuovo conseguente stilistico. Si veda, a titolo d’esempio, la lettura che il duo dà d’una canzone israeliana del novembre del 1980, Shir Lelo Shem, scritta dal cantautore Shalom Hanoch per la vocalist Yehudit Ravitz: la languida melodia scritta in memoria del nipote di Shalom, Avshalom, morto pochi giorni prima, si trasforma in un delicato intarsio di timbri che assumono i tratti d’una trenodia in miniatura, senza per questo alterare minimamente lo struggente lirismo di questa pagina. Lo stesso può dirsi anche del canto tradizionale brasiliano che segue, Caicó, che è materiale di recupero antropologico frutto delle ricerche sul territorio effettuate da Heitor Villa-Lobos alla fine degli anni ’30; tant’è che la si ritrova nella trascrizione del 1941 per orchestra, dall’originale per pianoforte del 1939, della quarta Bachianas brasileiras, nell’Aria (Cantiga). Anche qui, la struttura melodica tradizionale viene elaborata ma senza che perda i connotati che la rendono riconoscibile sin dal primo istante. 

Segue un intermezzo di stampo “classico”, con due lavori strettamente connessi: l'Adagio che apre la Sonata n. 1 in si minore BWV 1014 vede destreggiarsi il violino in un sinuoso canto ornamentale di forte intensificazione espressiva, assimilato via via in passaggi sempre più densi a corde doppie fino alla successiva fuga, in tempo Allegro, che possiede le giocose movenze di una Gavotta o di una Bourrée, pur mantenendo i tratti tipici della “fuga”, e cioè esposizione, sviluppo dall'alternanza di episodi modulanti, basati sul soggetto stesso della fuga, con due esposizioni in «tempo stretto». 

A Bach e alle sue Sonate è legata la Sonata in Re maggiore per violino solo, op.115 di Prokof'ev non fosse altro che per l'occasione che portò il compositore russo a concepirla: nel maggio del 1947 infatti aveva avuto modo di ascoltare venti studenti del conservatorio moscovita eseguire in sincrono perfetto estratti della Terza Partita di Bach; questa curiosa esperienza sonora, che presentava una composizione nota ma trasformata acusticamente ed amplificata nello spessore, lo indusse a scrivere un pezzo che potesse essere eseguito da un solista o da più esecutori all'unisono. Il proposito e il riferimento al passato divennero vincoli compositivi e nacquero i tre movimenti che, in una dozzina di minuti, scandiscono materiali dal carattere semplice e che evitano rigorosamente ogni tentazione di virtuosismo. Il Moderato iniziale combina figurazioni che si riferiscono esplicitamente alla musica di sapore settecentesco con una eleganza melodica insinuante che muta repentinamente e continuamente lasciando trasparire quel suo carattere ibrido, sostanzialmente a una voce in cui a tratti compaiono passi che suonano tipicamente come “unisono”.

Il Jobim di Sabiá è un nuovo pretesto per elaborare una variazione ben strutturata, al solo contrabbasso, d’una canzone d’un autore considerato come uno degli inventori della bossa nova e uno dei protagonisti della musica brasiliana, stimato nell’ambito della musica popolare allo stesso livello di Villa-Lobos nel campo della musica colta. Sabiá, scritta nel 1968 su testi di Chico Buarque, aveva allora vinto il primo posto al III Festival Internacional da Canção brasiliano e parla dell’uccellino nazionale del Brasile, un piccolo tordo dal canto limpido e melodioso: il testo di Buarque alludeva infatti alla visione poetica restituita nel poema Canção do exílio scritto nel 1843 da Gonçalves Dias. 

Il duo rientra per Little Astronaut, sempre da “Dream Circus” del 2020 cui segue un interludio al solo contrabbasso per Shanti Bell e una nuova elaborazione d’una delle più belle canzoni brasiliane degli ultimi due decenni, O silêncio das estrelas, dove le intuizioni melodiche ed armoniche dell’originale vengono trasfigurate dalla lettura a due voci dei protagonisti. L’esuberanza di Cabo Pitanga dà la possibilità al duo di esibire tutta la sua abilità mimetica che sembra moltiplicare i timbri ben oltre l’apparente, ridotta formazione ch’esso ha realmente. Segue Celestial Terrestrial Commuters, tratto dall’album Birds of Fire del 1973 della Mahavishnu Orchestra che era allora, guidata da John McLaughlin, all’avanguardia della musica fusion: su un ostinato ritmico vagamente minimale, il violino inserisce una serie di microvariazioni sempre più tese e implacabili. 

Con un magico salto all’indietro, ci si proietta nel momento più intenso delle Kinderszenen, op.15 di Robert Schumann che, con Träumerei (“visione” o “sogni”), rappresenta gioia, malinconia, dolore, poesia, sogno in un unico ed ispirato arco melodico: una pagina straordinaria che Alban Berg analizzò minuziosamente considerandola come l'essenza della musica schumanniana, unica nel pensiero romantico.

Si chiude con una delle melodie brasiliane più celebri, Tico-Tico no fubá (cioè “Il passerotto dal collare è nel campo di mais”) che è un’invettiva contro un dispettoso tipo di piccolo tordo (di nuovo) che fa man bassa del mais raccolto e contro il quale ci si augura di trovare un gatto che gli faccia la festa, o uno spaventapasseri che lo allontani o una trappola che ne faccia giustizia. Scritto nel 1917, raggiunse il picco della sua popolarità nel 1944 quando venne eseguito, in un film (Bathing Beauty) da Ethel Smith all’organo Hammond, vendendo due milioni di copie. Da qui ha seguito una carriera che l’ha portato anche nelle esibizioni live dei Grateful Dead. Ed al concerto di stasera, con un giovane musicista che dichiara che «oggi la musica è tutto per me: non faccio sport, non ho altri hobby. E se esco con gli amici è per andare a sentire un concerto». Tale dedizione si percepisce nettamente, può esserne certo.

Pierpaolo Zurlo

Curiosando

1947

Nell’anno in cui Prokof'ev compone la sua Sonata in Re maggiore per violino solo, op.115 succedono, fra gli altri, questi avvenimenti: il 14 maggio, a Milano, Paolo Grassi fonda il Piccolo Teatro, con Giorgio Strehler primo direttore. La prima rappresentazione in scena è L'albergo dei poveri di Maksim Gorkij.
Il 25 giugno vengono introdotte nel mercato le scarpe da tennis mentre il 23 novembre l'inventore e ricercatore Andrea Russo crea e brevetta il primo prototipo di lavatrice.
Alla fine dell’anno la Polaroid lancia sul mercato la macchina fotografica “95”: nasce la “foto istantanea” e per la prima volta le immagini sono visibili in un minuto.

1973

L’anno in cui viene pubblicato l’album Birds of Fire di John McLaughlin è anche l’anno di uscita del quarto disco del gruppo di musica elettronica tedesco Tangerine Dream, Atem.
Il 16 giugno va in scena al festival di Aldeburgh, nel Suffolk, Death in Venice, ultima opera del compositore inglese Benjamin Britten.
Il 9 settembre, a Belgrado, in Jugoslavia, Novella Calligaris diventa campionessa mondiale degli 800 m stile libero, stabilendo il nuovo record del mondo con il tempo di 8'52"97.