Quadri in musica Ciclo Trieste: Annessione di Trieste all’Italia (1920)
LA SOCIETA DEI CONCERTI NEI MUSEI CIVICI
Antonio Trampus, introduzione storica
Susanna Gregorat, introduzione al dipinto
Martina Frezzotti, pianoforte
Tartiffe speciali e massima flessibilità, un'offerta pensata per voi, da usare da soli o in compagnia: un carnet di 5 concerti della Stagione 93 e altri 5 concerti dalle altre rassegne.
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Per ulteriori informazioni:
Antonio Trampus, introduzione storica
Susanna Gregorat, introduzione al dipinto
Martina Frezzotti, pianoforte
L’ultimo appuntamento del ciclo è dedicato all’Annessione di Trieste all’Italia attraverso la figura e l’opera di Vito Timmel che costituiscono uno degli esempi più rappresentativi dell’ambiente artistico-culturale della Trieste a cavallo tra XIX e XX secolo, tra un’epoca lungamente dominata dall’Austria e una nuova era di ritrovata identità, con l’annessione al territorio italiano alla fine della Prima Guerra Mondiale. Una personalità quella di Timmel, di origine italo-tedesca, che si formò via via in ambienti artistico-culturali di diversa tradizione e lingua, pur in un contesto caratterizzato dalla pluralità. Musicalmente ascolteremo il passaggio che porta la musica dalla rinomata scuola di Vienna alle sperimentazioni della scuola Futurista Italiana in quegli anni di grande fermento culturale.
Introduzione all’ascolto musicale: Stefano Bianchi
Musiche di Berg, Schönberg, Visnoviz, Mix, Pratella, Mahler, Korngold, Zemlinsky
Vito Timmel
(Vienna 1886 – Trieste 1949)
Fochi (1924, olio su tela)
Vito Timmel (Viktor Thümmel) è nato a Vienna sullo scorcio del XIX secolo dal nobile tedesco Raphael von Thümmel e dalla contessa friulana Adele Scodellari.
La famiglia si trasferisce poi a Trieste nel 1890, dove la madre ebbe l’opportunità di aprire un negozio di moda in centro città (Corso e poi Piazza della Borsa).
Dal 1901 Timmel frequentò la Scuola per Capi d’Arte di Trieste, nella sezione Pittura e decorazione, dopo essersi accostato precocemente alla pittura fin dall’età di sette anni, quando contrasse la meningite. Risentirà in seguito delle conseguenze della malattia fino alla sua morte, avvenuta presso l’ospedale psichiatrico della nostra città.
Ben integrato nell’ambiente artistico triestino, Timmel maturò un linguaggio artistico del tutto originale, molto distante sia dal gusto accademico, caratteristico di molti altri colleghi triestini, che dallo stile postimpressionista, adottato sia pur con molte varianti da diversi pittori locali.
Il “pirotecnico”, spumeggiante dipinto di Timmel, svela una straordinaria fusione di stili disparati. Così, all’evidente decorativismo di ascendenza secessionista, si aggiungono accenti simbolisti e marcate forzature di natura espressionista, non disgiunte da una certa attenzione riservata al linguaggio futurista
Nel dipinto del Museo Revoltella non sorprende il “palmare” richiamo a certi inconfondibili e ricorrenti motivi decorativi del linguaggio pittorico klimtiano, giacché fin dalla Biennale veneziana del 1910, che dedicava una personale al grande maestro viennese, Timmel consolidò la propria naturale propensione per le rivoluzionarie raffinatezze dell’arte di Klimt e, più in generale, per l’arte decorativa.
Da rimarcare, infine, che la figura e l’opera di Vito Timmel costituiscono uno degli esempi più rappresentativi dell’ambiente artistico-culturale della Trieste a cavallo tra XIX e XX secolo, tra un’epoca lungamente dominata dall’Austria e una nuova era di ritrovata identità, con l’annessione al territorio italiano a fine guerra (1918). E ancora, una personalità quella di Timmel di origine italo-tedesca, che si formò via via in ambienti artistico-culturali di diversa tradizione e lingua, pur in un contesto caratterizzato dalla pluralità!
Il dipinto intitolato Fochi, quindi, realizzato a soli sei anni dalla tanto sospirata annessione, sognata e sostenuta dal movimento Irredentista fin dalla metà dell’Ottocento e nel contempo sospirata dagli stessi intellettuali triestini, che a inizio secolo e fino agli anni Venti si trasferirono a Firenze alla ricerca della propria identità, riflette in qualche modo tale esplosiva e sfaccettata condizione di trapasso storico e sociale del nostro territorio.
Un “vortice futurista” dalle “volute tricolori”, allusione sottile, ma neppure troppo!, alle istanze impellenti dell’’italianità’ ritrovata.
MARTINA FREZZOTTI
Nata a Udine nel 1986, Martina Frezzotti si avvicina spontaneamente agli studi pianistici all'età di sei anni e a soli 16 anni diventa una degli ultimi allievi del leggendario pianista russo Lazar Berman, con cui si perfeziona presso l'Accademia “Incontri col Maestro” di Imola.
Nel 2007 viene ammessa al prestigioso Conservatorio P.I.Tchaikovsky di Mosca nella classe di Elisso Virsaladze, vertice della scuola russa odierna nonchè prosecutrice della scuola pianistica di Heinrich Neuhaus. Nel 2012 si diploma ottenendo il dottorato di Laurea col massimo dei voti, prima italiana nella storia dell'ateneo moscovita, discutendo una tesi in lingua russa sulla psicologia della performance musicale.
Durante la sua formazione Martina Frezzotti ha ottenuto numerose borse di studio, prendendo parte ai più noti corsi di perfezionamento musicale e festival internazionali come quelli del Mozarteum di Salisburgo, l'International Piano Academy Lake Como, l'Accademia di Musica di Pinerolo, il Festival Pianistico di Berlino, il Campus Estivo di Sermoneta, l'Accademia Estiva di Nizza e altri. In queste occasioni è stata apprezzata da didatti e concertisti di fama internazionale quali D. Bashkirov, N. Trull, V. Krainev, B. Berman, W. G. Naborè, V. Gornostaeva, N. Carusi, D. Nordio, S. Perticaroli, F. Scala, P. Rattalino, R. Risaliti, B. Petrushansky, L. Margarius, J. Swann, B. Canino.
Ancora diciottenne ha vinto la XIV edizione del Concorso Nazionale della Società Umanitaria di Milano, competizione annuale tra i musicisti di tutti i Conservatori italiani, sotto la direzione artistica di M. Abbado.
Martina Frezzotti si è esibita in recital solistici nelle maggiori città di Italia, Austria, Croazia, Slovenia, Belgio, Olanda, Francia, Spagna, Polonia, Repubblica di Malta, Bulgaria, Germania, Grecia, Turchia e Russia, Ucraina, Giappone, USA; numerosi i concerti per gli Istituti di Cultura Italiana (Colonia, Amburgo, Bruxelles, Amsterdam, Istanbul, Zagabria, Gozo, Wolfsburg, Lubiana), per il Maggio Musicale Fiorentino, per la Società dei Concerti di Milano, alla Wiener Saal di Salisburgo, alla Filarmonica di Kiev, a Maribor "Capitale Europea della Cultura" sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana presso lo Slovene National Theater; un'acclamata esibizione in Bulgaria presso il Teatro G.Atanasov con la Pazardzhik Symphony Orchestra diretta da Jan Miłosz Zarzycki con il Concerto N. 1 di Tchaikovsky; una conferenza- concerto per Ferrara Musica al ridotto del Teatro Comunale Claudio Abbado; un recital solistico in tributo a Domenico Scarlatti alla Kawai Hall di Osaka in Giappone; un tour di concerti a Odessa e Donetsk; due acclamati recital presso il Museo memoriale di Sviatoslav Richter a Mosca, ovvero l'appartamento moscovita del grande Maestro russo; infine il debutto solistico in Carnegie Hall, New York, accolto con grande successo di critica: “Una performance mozzafiato ieri sera in Carnegie Hall. Martina ha eseguito splendidamente un programma estremamente difficile con brani di Ravel, Liszt e Prokof'ev, il pubblico era entusiasta” (Norman Dunfee, impresario).
Sono inoltre moltissimi gli altri recital tenuti a Roma, Milano, Napoli, Trieste, Ferrara, Palermo, Venezia, Bolzano, Brescia, Verona, Perugia, Padova, Como, Udine, Gorizia, Pordenone, Sondrio, Ravenna, Taranto, Brindisi, Cosenza, Imola, Todi, Arezzo, Vicenza, Castelfranco Veneto e molte altre città italiane. Si è spesso esibita per “Donatori di Musica". È stata più volte intervistata dalla Radio Rai Nazionale italiana, la Televisione Nazionale Slovena, la Radio Nazionale Ucraina e altre.
Martina Frezzotti ha preso parte a diverse rassegne di musica contemporanea, sia come solista che in diverse formazioni; nel repertorio cameristico si è maggiormente dedicata al Novecento. Nel 2015 è stata invitata a registrare in Giappone un disco con Ottaviano Cristofoli, prima tromba della Japan Philharmonic Orchestra. L'album “Fulgor", registrato a Fukui-Mihama e pubblicato dalla NAR Nippon Acoustic Records di Tokyo, presenta un'ampia selezione di brani di compositori italiani contemporanei (G. Testoni, C. Cimpanelli, A. Cara, A. Lucchetti, F. Biscione).
Martina Frezzotti è risultata Medaglia d'oro alla Il edizione del Vienna International Music Competition, concorso organizzato dall'agenzia Manhattan Concert Artists International, riconoscimento ricevuto grazie alla sua interpretazione integrale delle Ballate di Chopin, in un video prodotto dalla 2R Production in collaborazione con Steinway e Villa Dragoni Florio.
Oltre alle 4 Ballate, Martina ha all'attivo l'esecuzione dell'integrale delle Mazurke di F. Chopin, nonché del Clavicembalo Ben Temperato di J. S. Bach, repertorio eseguito in cicli di concerti a tema. Martina Frezzotti è stata inoltre una dei 4 italiani in gara al XVII Concorso Internazionale "F. Chopin” di Varsavia.
Attualmente Martina Frezzotti incide per la casa discografica olandese Brilliant Classics — Piano Classics; i suoi primi due album dedicati a Fanny Hensel-Mendelssohn (2022) e Amy Beach (2023) hanno ottenuto un grandissimo successo di critica sulle più celebri riviste musicali specializzate: sono stati recensiti e premiati da Gramophone UK, BBC Music Magazine, International Piano, Pianist, Rondo Magazine, American Record Guide, Fanfare, Piano News Deutschland e molte altre; entrambi i CD hanno ottenuto il premio 5 stelle e il "CD del mese" sulla rivista italiana "Musica" di Zecchini editore; l'uscita dell'ultimo album è stata presentata da interviste dedicate in onda su Radio 3 Suite, RBB Berlin, SWR in Germania, SRF Radio 2 in Svizzera, "Between the Keys" della WWFM, a New York.
Il suo primo CD su Fanny Hensel-Mendelssohn ha ottenuto elogi entusiastici dal critico David Hurwitz in una video recensione per l'importante canale YouTube “Classics Today”; il suo secondo disco su Amy Beach viene descritto come “un'ora di Amy Beach al suo meglio, interpretata con magistrale autorità” dal famoso critico americano Jed Distler.
Di recente uscita “Romantic Music by American Composers”, un cofanetto della casa Brilliant Classics, include le migliori interpretazioni di brani di compositori americani misti, tra cui quelle di Martina Frezzotti dei brani di Amy Beach.
Oltre ad esibirsi e incidere dischi, Martina Frezzotti si dedica con grande passione all'insegnamento. Negli ultimi anni ha ricoperto il ruolo di Professoressa di Pianoforte principale presso i Conservatori di Musica “G. Tartini” di Trieste, "N. Rota” di Monopoli, “G. Martucci” di Salerno, “G. da Venosa” di Potenza e “G. B. Pergolesi” di Fermo. È risultata vincitrice per due anni consecutivi della selezione tra docenti per la mobilità didattica all'interno del programma europeo Erasmus+. Tiene inoltre masterclass estive in Italia presso l'Accademia di Musica Yamaha di Lecce e i corsi di alto perfezionamento musicale a Cividale del Friuli. Di recente è stata invitata dall'Università Statale Hacettepe di Ankara, Turchia, e dall'Accademia di Arti e Cultura di Osijek, Croazia a tenere delle masterclass internazionali di pianoforte.
ANTONIO TRAMPUS
Professore ordinario di Storia moderna all'Università Ca' Foscari di Venezia. Nato nel 1967, si è formato a Trieste e a Torino; ha insegnato nelle università di Trieste e di Venezia, dove ha ricoperto numerosi incarichi accademici, tra cui quello di Direttore di Dipartimento (2020-2023). Ha svolto inoltre periodi di ricerca e insegnamento come visiting scholar in varie università straniere, tra cui Rotterdam, Helsinki, Vienna, Meknés. Fa parte di vari networks di ricerca internazionali e ha svolto attività di valutatore della ricerca scientifica in Italia e all’estero. È membro del comitato di direzione della “Rivista Storica Italiana” e del comitato editoriale di varie riviste scientifiche, tra cui “Mediterranea” e “Casanoviana”. È stato membro del consiglio direttivo della SISEM - Società Italiana per lo Studio dell'Età Moderna (2016-2018).
SUSANNA GREGORAT
Laureata in Lettere presso l'Università degli Studi di Trieste con una tesi interdisciplinare incentrata sull'Iconografia musicale nella pittura friulana del XV e XVI secolo, si è in seguito specializzata in Storia dell'arte Medievale e Moderna presso l'Università degli Studi di Bologna. In collaborazione con la Soprintendenza alle Belle Arti del Friuli Venezia Giulia ha svolto negli anni Novanta attività di catalogazione di beni culturali nell'ambito del Museo storico del Castello di Miramare e di edifici religiosi in provincia di Trieste e Udine. Ha iniziato a collaborare con il Museo Revoltella dal 1996 nell'ambito della progettazione e dello svolgimento dell'attività didattica museale e della ricerca scientifica finalizzata alle mostre temporanee. Dal 2002 lavora stabilmente al Museo Revoltella nel ruolo di Conservatore delle raccolte artistiche dell'Otto-Novecento. Ha svolto attività di catalogazione finalizzata alle varie pubblicazioni scientifiche del museo incentrate sul patrimonio museale e ha collaborato a vario titolo a tutti i cataloghi delle principali mostre allestite presso il Museo Revoltella dal 2002 ad oggi.