ANNO SOCIALE LXXXVI
11° Concerto 1443° DALLA FONDAZIONE
Le Note di Sala, il Programma ed i nostri Suggerimenti all'Ascolto: l'introduzione ai brani che il Duo Tal & Groethuysen presenteranno nel Concerto di Mercoledì 11 Aprile alle ore 20.30 al Teatro Lirico G. Verdi per la Stagione Cameristica della SdC 2017/18.
Per farvi accompagnare nel percorso di ascolto proposto, che comprende anche arrangiamenti per strumenti diversi ed alcune curiosità, basta fare
click sui titoli nella sezione "suggerimenti all'ascolto"
Duo Tal & Groethuysen
Yaara Tal
Andreas Groethuysen
PROGRAMMA
Robert Schumann (Zwickau 1810 – Bonn 1856)
Bilder aus Osten (6 Impromptus) per pianoforte a quattro mani, op. 66
- Lebhaft
- Nicht schnell und sehr gesangvoll zu spielen
- Im Volkston
- Nicht schnell
- Lebhaft
- Reuig andächtig
Suggerimenti all'Ascolto
Théodore Gouvy (Saarbrücken 1819 – Lipsia 1898)
Sonata n. 2 in do minore per pianoforte a quattro mani, op. 49
- Allegro moderato
- Larghetto
- Minuetto: Moderato
- Finale: Allegro vivace
Suggerimenti all'Ascolto
Suggerimento all'Ascolto Extra - op. 36
Suggerimento all'Ascolto Extra - op. 51
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Felix Mendelssohn-Bartholdy (Amburgo 1809 – Lipsia 1847)
Ottetto in mi bemolle maggiore per archi, op. 20 (trascrizione per pianoforte a quattro mani dell'autore)
- Allegro moderato ma con fuoco
- Andante
- Scherzo. Allegro leggierissimo
- Presto
Suggerimenti all'Ascolto
Esiste una storia
sociale del pianoforte. Dalla fine del XVIII secolo lo strumento, grazie all'evoluzione delle caratteristiche tecnico-costruttive, è entrato prepotentemente in tutte le manifestazioni - pubbliche e private - di diffusione della musica: lo troviamo nella sala da concerto (impegnato nel duello sinfonico del
Concerto classico-romantico o nel
recital solistico di matrice lisztiana), nel teatro operistico (indispensabile per la preparazione dei cantanti e per le prove di scena), nella musica da camera e liederistica (coltivata nelle dimore aristocratiche e borghesi). Ma è anche protagonista di un repertorio, quello del
quattro mani, bilanciato tra
Hausmusik e
Salonmusik, ispirato al diletto e alla conoscenza. Ricchissima la varietà delle specie: dal semplice esercizio pedagogico (ecco i pezzi per l'allievo, che siede alla destra, come
Primo, e per il maestro, che, come
Secondo, nel registro medio-grave tiene le fila armoniche) al brano caratteristico, dalla danza popolare alle
Sonatine e
Sonate poggiate sul robusto dominio della forma. Un posto speciale spetta alle
riduzioni, ovvero, a quelle trascrizioni di lavori nati per altri (piccoli o grandi) ensemble: sulla tastiera l'esuberanza di voci e di linee trova una verifica da referto radiografico; ecco le innumerevoli trascrizioni per quattro mani di
Sinfonie, Quartetti, Ouverture, Balletti, Opere (e i nomi ci sono proprio tutti: da Haydn a Bruckner e Mahler) che popolano l'editoria musicale, fino all'avvento della riproducibilità tecnica del suono. La lettura comune alla tastiera apre, così, gli occhi e le orecchie dei colti dilettanti e degli studenti di composizione, affamati di partiture.
Seguendo tali tracce d'indagine storica e interpretativa, il duo
Tal & Groethuysen ci introduce, questa sera, dentro un salotto franco-tedesco di metà ottocento, dando al programma un valore antiquario che sfida la brillantezza del moderno grancoda.
Il primo a venirci incontro è lo
Schumann dei
Bilder aus Osten op. 66 del 1848 (l'anno dell'
Album per la Gioventù op. 68). Le pagine - che nascono per la sfera domestica e sono calibrate su un pianismo di media difficoltà, in cui è il piacere del colloquio a prevalere - non acquistano subito un'identità definita: in un primo momento Schumann sceglie di dare ai brani semplicemente il nome di
pezzi, poi aggiunge la specifica di
Impromptus (una tipologia ancorata all'op. 5 del 1833), e infine
Quadri d'Oriente, ispirati al genere dei
Makamen, le prose rimate del poeta arabo al-Hariri, tradotte in tedesco da Friederich Rückert, formidabile linguista a cui la musica deve moltissimo (sono suoi i versi del schumanniano
Widmung, primo Lied di
Myrthen op. 25, e dei
Kindertotenlieder di Mahler).
L'esotismo del titolo non è per nulla esplicito e pittoresco nella realtà sonora, anzi l'allusione all'immaginario orientale è solo di natura narrativa. Si notano elementi preziosi: l'amore per il particolare e la piccola esitazione, i disegni melodici discreti e fluidi, le forme chiarissime e strutturate in sezioni, i richiami tematici che danno unità, alcune figure ritmiche puntate che sembrano firme d'autore, una contrapposizione di caratteri che insiste ancora sui fantasmi di Eusebio e Florestano. Il congedo,
contrito e devoto, da processione, è al vertice della raccolta.
All'ombra di due culture, quella francese e quella tedesca, è cresciuto Théodore
Gouvy. Si resta colpiti dall'inventiva di questo musicista formatosi accademicamente a Parigi. Il suo catalogo è abbondante ed esplora molti generi, tra cui quello delle Sonate per quattro mani (op. 36,
op. 49 e op. 51). La seconda
Sonata, in do minore, del 1868, dedicata alla pianista boema Wilhelmine Clauss-Szavardy (protetta e apprezzata da Liszt) è aperta da un
Allegro moderato bitematico, con un primo motivo discendente pieno di languore, controbilanciato da un secondo tema ritmico. C'è nella scrittura intreccio di risposte e di registri, con buona espansione delle idee. Il
Larghetto, in la bemolle maggiore, ha passo drammatico e frammentato, di sapore beethoveniano, con progressioni, accensioni e spegnimenti, e in coda modula (in sol minore) su un
Minuetto pianisticamente scolpito, dal passo di marcia, con imitazioni delle voci interne e un trio in maggiore d'insistenza schubertiana. Il
Finale, brillantissimo e francese, vive di cambi d'umore e sorprese, fino alla chiusa spettacolare.
«
I giorni della settimana erano dedicati allo studio, la domenica solo alla musica e alle relazioni sociali. Già prima di sedersi a tavola, a partire dalle 12, erano intraprese le più grandi produzioni musicali, alle 8 di sera ritornavano gli amici. Poi si faceva ancora della musica, ma suonavano solo Felix e Fanny, accompagnati talvolta da Eduard Rietz, il violinista pieno di sentimento, che Felix amava come un fratello». Questa testimonianza del chirurgo tedesco Louis Stromeyer alza il sipario sulla casa berlinese (
Leipziger Strasse 3) dei Mendelssohn, intorno al 1825. La ricca famiglia ama e coltiva le arti. Le domeniche musicali volute da papà Abraham favoriscono il talento di due dei suoi figli: la brillante Fanny e il geniale Felix (la cui eccezionalità è stata, proprio nel 1825, a Parigi, lodata da Rossini e certificata dall'autorevole Luigi Cherubini). L'educazione (letteraria, musicale, filosofica) del prodigioso ragazzo è affidata ai più quotati nomi berlinesi (per la composizione Carl Friederich Zelter, direttore della Singakademie), trovando in Goethe e Hegel numi tutelari. A sedici anni, dunque, Felix
Mendelssohn firma già capolavori: tra questi spicca l'
Ottetto op. 20 per archi, dedicato all'amico violinista ventunenne Eduard Rietz. L'assetto strumentale è quello di un quartetto duplicato ma la proiezione sonora è quella, diversamente da quanto sperimentato da Louis Spohr, di un'orchestra: «Questo Ottetto - riporta l'autografo - va suonato da tutti gli strumenti nello stile di un'orchestra sinfonica. I piani e i forti vanno rispettati attentamente e sottolineati con più forza di quanto si usa in opere di questo genere». Nella versione per pianoforte a quattro mani nulla si perde dei doni del formidabile lavoro: ricchezza tematica, trasparenza e felicità espressiva che nascondono sapienza formale e contrappuntistica, elementi ciclici che puntano all'organicità goethiana dell'opera d'arte (lo Scherzo rimanda alla
Notte di Valpurga dalla Parte prima del
Faust: "
II volo delle nubi, la nebbia col suo velo / hanno un chiarore dall'alto. / L'aria nel pergolato, il vento nel camino, / tutto svanisce").
Alla sorella Fanny vada il compito di celebrare l'incanto: «
I brividi dei tremoli, i trilli lievemente lampeggianti, tutto è nuovo, sconosciuto eppure così allettante, così amichevole: ci si sente tanto vicini al mondo delle creature fantastiche, che san levarsi facilmente al volo... sì, si vorrebbe prendere in mano una scopa per poter seguire meglio la schiera degli aerei fantasmi. Alla fine il primo violino volteggia come una piuma... e in un baleno tutto scompare nel nulla».
Sergio Cimarosti
CURIOSANDO
1825
Mendelssohn - Ottetto op. 20
- Il Quartetto Schuppanzigh esegue a Vienna l'op. 127 e l'op. 132 di Beethoven
- Aleksandr Puškin scrive il Boris Godunov
- Pierre-Simone de Laplace: Traité de mécanique céleste
1848
Schumann - Bilder aus Osten
- Carlo Alberto di Savoia dichiara guerra all'Austria
- Al Teatro Grande di Trieste si rappresenta Il corsaro di Verdi
- John Stuart Mill: Principles of Political Economy
- Karl Marx e Friederich Engels pubblicano il Manifesto del Partito Comunista
1868
Gouvy - Sonata op. 49
- Alla Scala va in scena Mefistofele di Arrigo Boito
- Prima esecuzione privata delle Danze ungheresi per pf. a quattro mani di Brahms, eseguite dall'autore e da Clara Schumann
- Fëdor Dostoevskij: esce a puntate il romanzo L'idiota
- L'inventore belga Zénobe-Théophile Gramme costruisce la prima dinamo
Il Concerto è aperto anche ai non Soci.
La Biglietteria della SdC sarà disponibile la sera stessa del Concerto presso il Teatro Verdi a partire dalle ore 20.00
I
Biglietti in prevendita sono disponibili sul circuito online di Vivaticket.it, cliccando qui:
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Oppure presso tutte le Biglietterie del circuito Vivaticket:
TKPOINT
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LA RAMBLA VIAGGI
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BAGOLANDIA
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orario: Lun, Mer, Ven: 14.00/19.00 | Mar, Gio, Sab: 09.00/14.00 | Dom:chiuso
MULTIMEDIA RADIOATTIVITA'
Via Campo Marzio, 6 Trieste
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orario: Lun-Ven: 10.30/13.00 15.00/19.00 | Sab, Dom: chiuso
SINFONIA VIAGGI
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orario: Lun-Ven: 09.00/13.00 15.00/19.00 | Sab, Dom: chiuso