GLI INCONTRI SDC: "IN QUELLE ACQUE DEL PERPETUO ESILIO"...RITROVARE LA MUSICA DI GIORGIO FEDERICO GHEDINI

Si terrà il prossimo martedì 12 aprile alle ore 18, con ingresso aperto a tutti e gratuito, l'incontro dal titolo In quelle acque del perpetuo esilio...: ritrovare la musica di Giorgio Federico Ghedini condotto da Sergio Cimarosti e che farà da preludio al concerto del giorno seguente che vedrà protagonista il Quartetto Prometeo. Il programma del quartetto, infatti,  prevede l’esecuzione del Quartetto n. 3 di G.F. Ghedini oltre a Dissonanzenquartett di W.A.Mozart e Quartetto per archi n. 14 in do diesis minore op. 131 di  L.v.Beethoven. Musicista di mestiere solidissimo, artista severo e rigoroso, insegnante di alto lignaggio (tra i suoi allievi troviamo l’amatissimo Guido Cantelli, Luciano Berio, Nicolò Castiglioni, Claudio Abbado), Giorgio Federico Ghedini (Cuneo 1892 – Nervi 1965) si pone come uno dei giganti del Novecento italiano, a fianco di Goffredo Petrassi e Luigi Dallapiccola. Il recente interesse del mercato discografico nei confronti del suo vasto catalogo (esteso a tutti i generi: musica sacra, pagine sinfoniche, concerti per strumenti solisti e orchestra, opere liriche, lavori cameristici, pezzi pianistici, musica per il teatro, il cinema e la radio) non si accompagna ancora ad una ritrovata centralità sulla scena concertistica.

Risale al 1945 il capolavoro che gli ha dato notorietà internazionale: quel Concerto dell'Albatro per violino, violoncello, pianoforte, voce recitante e orchestra (su un frammento di testo da "Moby Dick" di Melville), legato alla prediletta interpretazione del Trio di Trieste (a cui sono dedicati anche i Sette Ricercari del 1943). Ma sono molte altre le composizioni in cui si ammirano le caratteristiche di un’immaginazione sempre legata alla bellezza del fatto sonoro: la forma è razionalmente definita (la predilezione neobarocca per gli “antichi” italiani); la timbrica cerca combinazioni trasparenti, sottoposte ad una luce fredda, intensa e continua; la scrittura contrappuntistica testimonia la fede sincera nella sopravvivenza dei campi tonali e nel profilo melodico dei temi; l’istinto ritmico è bipolare, capace di sospensioni ipnotiche o di vitale meccanicità. Si resti, ad esempio, al fertile periodo di guerra: ecco il Divertimento contrappuntistico per pianoforte, Architetture per orchestra, il Concerto spirituale “De la incarnazione del verbo divino”, l’opera Le baccanti. Da qui bisogna attingere per “ritrovare” Ghedini.